Generale tedesco e teorico dell'arte militare. Appartenente
a una famiglia di origine polacca, si orientò verso la carriera militare
e, dopo aver partecipato nelle file prussiane alle guerre contro la Francia
rivoluzionaria e napoleonica sino al 1811, passò al servizio dello zar
Alessandro I, opponendo una valida strategia all'avanzata di Napoleone. Dopo la
Restaurazione, ottenne una cattedra nella scuola di guerra prussiana di Berlino,
assumendone poi la direzione. Fu successivamente ispettore generale
d'artiglieria a Breslavia e in quegli anni si dedicò alla stesura delle
sue principali opere teoriche. Acuto studioso di arte militare, è noto
soprattutto per aver scritto un famoso trattato teorico sulla guerra in tre
volumi (
Vom Kriege, Della Guerra, 1834). Facendo proprio lo spirito
romantico e individualistico dell'epoca, egli esalta la personalità
geniale del condottiero, nonché lo spirito nazionale e della razza.
Celebre è la sua affermazione che la guerra è la continuazione
della diplomazia con mezzi diversi, affermazione che più tardi Clemenceau
capovolse affermando che la pace deve essere la continuazione della guerra con
mezzi diversi. Scrisse anche numerosi saggi di storia militare raccolti poi nei
dieci volumi della sua monumentale
Opera postuma sulla guerra e sulla
direzione della guerra (1832-37) (Burg, Magdeburgo 1780 - Breslavia
1831).